Soldi e potere schiacciano l’individuo, Ozmo chiama a raccolta per una svolta. Se la rivoluzione culturale che tutti auspicano per l’Italia deve prima o poi cominciare da qualche parte, questo pare un buon punto. Perché nel momento giusto e tramite un’arte oramai riconosciuta in tutto il mondo. La rappresentazione che si staglia sui 28 metri di parete del MACRO di Roma è una torre di Babilonia tutta italiana, sostenuta alla base dai lavoratori, dove i bagordi aumentano salendo di livello e che è stata arricchita durante i lavori con richiami all’attualità di un presente che nel nostro paese si perpetua negli anni uguale a se stesso. Ci sono gli studenti che manifestano presi a manganellate, i politici che si ingozzano, e la base cupa, con i volti spenti, che tiene tutto sulle proprie spalle.
Ozmo, che si è formato con i primi tag e bombin’ agli inizi dei ’90, evolvendosi ha cominciato a dipingere sui muri vere e proprie opere d’arte, senza mai smettere. E se l’anno scorso è stato il primo street artist ad entrare a far parte della collezione di un museo, come è successo con il Museo del Novecento di Milano, dove gli è stata dedicata un’esposizione, adesso è il primo a decorarne una parete. Il titolo dell’opera, che riprende lo schema di una stampa ottocentesca che descriveva lo schema politico e sociale piramidale della civiltà egizia, al cui vertice, al posto del dio denaro, era seduto il dio incarnato in terra, è Voi valete più di molti passeri, una citazione di Gesù dal Vangelo di Matteo. “Le immagini in passato avevano un potere che era temuto dalle istituzioni – racconta Ozmo alias Gionata Gesi – ed era normale che avessero dei riferimenti a concetti sacri e religiosi. Il mio tentativo è stato quello di cercare di far riscoprire l’emotività che un mosaico o una vetrata dai colori accesi potevano suscitare in un comune cittadino nel Medioevo”.
Mario Catania
MACRO
via Nizza 138 Roma