Un nuovo spazio di ricerca e sperimentazione si è aperto di recente in un quartiere decentrato di Roma, dalle parti di Villa Carpegna, sede della Quadriennale. La mostra che ospita è dedicata all’Accademia Tedesca e ai suoi artisti, residenti annuali come molte accademie storiche hanno a Roma: Accademia Americana, Accademia Inglese, Accademia Francese e altre ancora. La presenza di questi istituti rappresenta uno dei punti di forza dell’attività artistica romana, un’apertura su altri paesi di costante presenza, come i padiglioni nazionali alla Biennale.
Lo spazio artQ13 è indipendente e orientato verso i linguaggi mediatici; nella mostra i diversi artisti in residenza all’Accademia Tedesca usano linguaggi che variano dall’installazione al video e alla fotografia. Il tono generale è quello di una diffusa curiosità linguistica che utilizza il linguaggio concettuale come un contenitore di molteplici idee e direzioni, e le direzioni di molti lavori hanno caratteristiche di work in progress. Annika Larsson produce una performance riprendendo il pubblico dell’opening (Note 102A- A Half Unknown), Hans-Christian Schink con Antarctica fotografa i pinguini dell’Antartico, alterando le fotografie con dei ritocchi in Photoshop, sviando l’immagine documentaristica con segni di modificazione o di orientamento della visione. Nasan Tur con A Place riprende un loop, un frammento di “non luogo” suburbano circondato da ferrovia e traffico, un “non luogo” dove tutto può accadere senza che ne prendiamo atto.
La città come luogo inconoscibile è un tema che entra anche nel lavoro di Jan Edler & Tim Edler che nel video Sender, (Trasmettitore) racconta una storia di Science Fiction. Un vero e gigantesco robot, un Golem che si autocostruisce, grande 10 volte un essere umano, inizia mostrando le sue capacità costruttive e finisce mostrando le sue capacità distruttive, armandosi di una spada laser e affrontando una desolata periferia come in uno Star Wars o un Godzilla anni ’50.
Il video di Eli Cortinas (The one who walks) parte da un corto del neorealista Lizzani su una prostituta e lo seziona con immagini diversamente relazionabili. Mentre l’installazione di Thilo Folkerts (Irrigazione) è un tubo che irriga lo spazio di cemento di fronte alla galleria, atto assurdo che rinvia alla effettiva cementificazione di Roma fuori dalle mura, Katharina Hinsberg in Outline disegna lo spazio di una grande parete come un puzzle enigmistico.
Augustin Maurs nel finissage della mostra romperà una pila di piatti esposti dall’inizio registrando il rumore prodotto come sound-work (Cadence), Oswald Egger farà una performance: Alle sette di sera un venerdì di novembre, Lilli Messina aggiungerà alla prima pagina e all’ultima già in mostra il resto del “romanzo” Backups, operazione strutturale sul testo e sulla scrittura in generale. Il tema del work in progress e dell’esperienza di transizione (già suggerito dal bizzarro titolo della mostra: dal il al di) risulta così legato alla residenza temporanea nell’Accademia Tedesca e ai temi stessi delle opere esposte.
Lorenzo Taiuti
Accademia Tedesca in mostra
Dal il al di
Spazio artQ13 fino al 07.11.14 19:00
Via Nicola Coviello, 15 00165 Roma
www.artq13.com