Il nuovo curatore del PAV – Parco Arte Vivente di Torino Marco Scotini presenta Vegetation as a Political Agent. La mostra si muove fra passato e presente nella rappresentazione della storia e delle classificazioni parte del grande movimento di “ri-classificazione del mondo” che accompagna le seconde e terze ondate delle colonizzazioni occidentali del mondo “scoperto” dall’Occidente.
Le numerosissime spedizioni finanziate dai vari governi e dirette o accompagnate da famosi botanici avevano certo l’ambizione scientifica della scoperta ma anche l’obbiettivo di scoprire le possibilità economiche delle piante esotiche, al di là dell’area storica delle spezie, nella speranza di identificare nuove specie che ne avessero la stessa enorme valenza economica. E la mostra prende l’aspetto didattico di una ricostruzione storica della nascita della coscienza ecologica legata all’avventura coloniale e al suo contrario: la critica attivista al sistema coloniale e alla sua logica di spoliazione economica dei paesi ieri come oggi del Neoliberismo e nella sua spietata manipolazione del mondo vegetale e animale. Riappaiono nomi storici e importanti come Amilcar Cabral, leader della liberazione della Guinea-Bissau e del Capo Verde, attivista politico ma anche agronomo ben cosciente del rapporto fra natura e politica.
Ritornano i murales di Emory Douglas esponente del Black Power che segnalava le relazioni fra progetto politico e sfruttamento della Natura. La mostra si caratterizza attraverso documenti d’archivio, oggetti significativi, testi e dichiarazioni.
È anche una cronistoria delle controculture degli anni ‘60 e dei loro stretti legami con l’idea di ripartire dalla terra non come spazio di sfruttamento ma come spazio di ricostruzione del rapporto con il mondo sensibile. Il Whole Earth Catalog diventa allora uno strumento per rivedere le posizioni fra politica come strumento sociale e la politica delle “Cose”, delle Materie e della Terra.
Critical Art Ensemble ha rappresentato e rappresenta in questo campo uno dei punti di maggiore attivismo sulla Rete. Nel loro contributo teorico alla mostra una frase semplice e efficace: Forse i lavoratori della cultura vivono oggi decisamente più che nel passato a stretto contatto con la precarietà…La vita degli uomini e di molte altre specie è accomunata dalla stessa condizione di precarietà ecologica provocata dalla bancarotta etica del Neoliberismo…La Biosfera viene intesa solo e soltanto come una risorsa da utilizzare fino a esaurimento. Di Piero Gilardi O.G.M Free, maschere e costumi per organizzare manifestazioni e feste attiviste secondo le strategie di azione ludico-politica tipiche del suo lavoro. Due installazioni di vaste proporzioni si distaccano dalla fitta trama di testimonianze e manifesti che compone la mostra.
La prima dal gruppo RozO che costruisce una capanna di bambù e palme, Salle Verte, intrecciate al PAV citando il passato di guerra (documentazioni video sulle resistenze anti-colonialiste nelle ex-colonie francesi del Vietnam, Algeria e delle Isole della Réunion) in cui il mimetismo vegetale era fondamentale per la guerriglia – che sarebbe poi diventata apocalittica 15 anni dopo nel Vietnam.
Critical Art Ensemble propone invece un’operazione di tipo concettuale (Sterile field) utilizzando uno spazio relativo di terreno per le stesse strategie di sfruttamento aggressivo oggi diffuso nel pianeta che porta alla distruzione del territorio. Dicono anche: L’atto creativo del metodo New Alliances consiste nel riconoscere, immedesimandosi l’uno nell’altro, la condizione di precarietà biologica e culturale che accomuna, e non divide, tutti gli organismi viventi.
Lorenzo Taiuti
Vegetation as a Political Agent
Fino all’11 gennaio 2015
PAV – Parco Arte Vivente
Torino
Artisti in mostra: Ayreen Anastas & Rene Gabri, Imre Bukta, Amilcar Cabral, Filipa César, Critical Art Ensemble, Emory Douglas, Fernando García-Dory, Piero Gilardi, Daniel Halter, Adelita Husni-Bey, Bonnie Ora Sherk, Claire Pentecost, Marjetica Potrč, RozO (Philippe Zourgane & Séverine Roussel), Nomeda e Gediminas Urbonas