Da questa primavera c’è un motivo in più per recarsi nell’incantevole Oasi Zegna, il parco naturalistico voluto dall’imprenditore “illuminato” Ermenegildo Zegna e situato nelle Alpi Biellesi, fra Trivero e la Valle Cervo. Si tratta di Two Way Mirror / Hedge Arabesque, l’installazione permanente concepita dal poliedrico artista Dan Graham nell’ambito di ALL’APERTO, l’annuale progetto di arte pubblica promosso dalla Fondazione Zegna e curato da Andrea Zegna e Barbara Casavecchia.
È dagli anni Ottanta che il prolifico artista, critico e curatore statunitense, progetta per i parchi e i giardini di mezzo mondo i suoi padiglioni in acciaio e vetro, pensati come luoghi pubblici di intrattenimento e di incontro, ma in questo particolare caso la perfetta simbiosi con il paesaggio circostante e la peculiare posizione strategica dell’opera donano all’intervento una valenza unica e straordinaria. Letteralmente calata – ci è voluto un elicottero per trasportarne i diversi elementi – nel bel mezzo della Conca dei Rododendri, una delle aree più suggestive dell’oasi, Two Way Mirror / Hedge Arabesque amplifica la magia del contesto anche grazie alle sue particolari proprietà di riflessione, rifrazione e diffusione della luce, che mutano al mutare dello scenario circostante e in base al movimento dei visitatori nello spazio. Le lastre di vetro che compongono la struttura, infatti, da un lato sono trasparenti e dall’altro riflettono la luce come uno specchio, invitando in tal modo chi guarda a interagire con l’opera, a esplorarne la natura variabile, a seguirne l’andamento curvilineo, il quale assieme alla siepe collocata armonicamente al centro rievoca il mondo organico stemperando la freddezza del vetro e dell’acciaio.
Two Way Mirror svolge quindi la duplice funzione di riflettere e far riflettere, stimolando al contempo l’azione e la contemplazione e abitando con levità ed essenzialità la conca – il luogo più bello in cui sia mai intervenuto, ha dichiarato Graham, che considera i giardini rinascimentali come i primi veri musei della storia occidentale –, per l’occasione ridisegnata e ottimizzata dall’architetto di paesaggio Paolo Pejrone per un migliore assetto espositivo e fruitivo.
D’ora in poi, chi percorrerà il Sentiero dei Rododendri non potrà non fermarsi di fronte a questa sorta di giocoso “tempio” posto in silenzioso dialogo con la natura, la luce e il passaggio dei visitatori. I bambini possono giocarci attorno, i teenager guardarlo tenendosi per mano e gli anziani sedersi a contemplarlo, mancherebbe solo una sedia a dondolo!, ha spiegato Graham, con il suo tipico umorismo candido e arguto, testimoniando una volta di più la sua visione dell’artista, non tanto come genio quanto come rappresentante della cultura popolare.
Per tutte queste ragioni, Two Way Mirror esemplifica perfettamente i valori e i principi su cui si fondava il mecenatismo di Ermenegildo Zegna: quella tutela e valorizzazione del territorio e quella attenzione verso lo sviluppo culturale della comunità sul cui solco opera oggi la Fondazione Zegna e a cui si ispirano tutte le opere permanenti concepite nell’ambito di ALL’APERTO. Prima di Dan Graham, infatti, hanno lasciato la loro traccia in diversi punti di Trivero anche Daniel Buren (2008), Alberto Garutti (2009), Stefano Arienti (2011), Roman Signer (2012) e Marcello Maloberti (2013), contribuendo a creare un magnifico esempio di “laboratorio all’aria aperta” e di patrimonio culturale condiviso e comunitario.
Francesca Cogoni
Dan Graham, Two Way Mirror / Hedge Arabesque
Conca dei Rododendri
Strada Provinciale 232 – Panoramica Zegna
www.fondazionezegna.org/allaperto