Raramente stampiamo le immagini che produciamo, le lasciamo in deposito in cartelle/magazzino, nei nostri hard disk, quindi le alleggeriamo del loro potenziale peso materiale: la carta. E quando le immagini vengono condivise sui social? Se le dichiariamo nostre senza che la stampa intervenga a negoziarne la paternità?
Con la quotidiana operazione di condivisione di immagini (qualsiasi tipo di segno elaborato da un numero variabile di pixel) definiamo relazioni sociali o economiche che articolano e personalizzano il mondo digitale, la cui interfaccia fisica risulta essere la superficie bidimensionale dello schermo. […]
We rarely print the images that we produce, preferring to deposit them in files on our hard-disk, thereby removing their material weight: paper. How about when images are shared on the internet? What happens when we claim ownership of a photo only because the publisher does not intervene to negotiate the copyright? Through the daily operation of sharing images (any type of sign made up of a variable number of pixels) we define the social or economic relations that shape the digital world, whose physical interface appears to be the two-dimensional surface of the screen.
Andrea Tinterri/t0studio
D’ARS year 53/nr 216/winter 2013 (abstract dell’articolo)
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