La “primavera araba” suona ormai alle nostre orecchie come qualcosa di lontano e confuso, appare come un’impresa incompiuta. In questi ultimi tre anni in Egitto è successo di tutto, ma la situazione politica non è ancora normalizzata e le condizioni della popolazione non sono migliorate, anzi. Ma la rivoluzione esplosa il 25 gennaio 2011 dalla ormai celebre Piazza Tahrir ha portato anche effetti positivi, primi fra tutti la nuova consapevolezza raggiunta da giovani, studenti e intellettuali e il forte impatto avuto su una certa parte della scena artistica egiziana, che in pochissimi mesi è cambiata sotto la spinta di un’entusiastica voglia di rinnovamento.
L’arte e gli artisti hanno giocato un ruolo decisivo nella diffusione dello spirito rivoluzionario e nella comunicazione della rivoluzione, dando forma visibile alle sue ragioni e veicolando i suoi fatti salienti. […]
The phrase “Arab Spring” is a familiar yet distant, slightly muffled sound to our ears, perceived as an incomplete venture. Despite all that happened in these last three years, the political situation in Egypt is by no means stable and the living conditions have certainly not improved. However, there are positive outcomes to the revolution, which exploded on the 25th of January 2011 in the now famous Tahrir Square; namely it has awakened a collective consciousness among youths, students and intellectuals and impacted the Egyptian art scene, which in a matter of months evolved, driven by the enthusiastic desire for change. Art and artists have played a decisive role in the dissemination of the revolutionary spirit and in the communication of the revolution, as they gave a visual form to its motivations and conveying the key facts.
Claudia Galal
D’ARS year 53/nr 216/winter 2013 (abstract dell’articolo)
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