«L’azione decisiva è il denudamento. La nudità si oppone allo stato di chiusura, vale a dire allo stato di esistenza discontinua. E’ uno stato di comunicazione che rivela la ricerca di una possibile totalità dell’essere al di là del ripiegamento su se stesso. I corpi si aprono alla continuità grazie a quegli organi celati che ci fanno conoscere il sentimento dell’oscenità».
Queste parole di Georges Bataille ben si prestano a introdurre l’ultimo film di Alain Guiraudie, L’Inconnu du lac, premiato per la miglior regia nella sezione Un certain regard della 66° edizione del Festival di Cannes. L’opera, vincitrice anche della Queer Palm – premio assegnato ai film a tematica LGBT (acronimo utilizzato come termine collettivo per riferirsi a persone Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender) – ha un ordito di membra morbide, spoglie di cultura, corpi maschili, spesso policletei, resi nella loro sensualità e (re)attività sensoriale, fino all’oro dei genitali. […]
“Stripping naked is the decisive action. In other words, nakedness offers a contrast to self-possession, to discontinuous existence. It is a state of communication revealing a quest for a possible perpetuation of being beyond the confines of the self. Bodies open out to a state of continuity through secret channels that give us a feeling of obscenity”.
These words by Georges Bataille are an apt introduction to Alain Guiraudie’s latest film L’Inconnu du lac (Stranger by the Lake), winner of the best director award in the Un Certain Regard section of the 66th Cannes Festival. The movie, which also won the Queer Palm (prize given to films with LGBT- Lesbian, Gay, Bisexual and Transgender- themes), is an amalgamation of soft limbs stripped of culture, male bodies (often reminiscent of a Polycleitus sculpture) depicted in their sensorial sensuality and (re)activities and finally a good dose of the prized genitals.
Giordano Bernacchini
D’ARS year 53/nr 216/winter 2013 (abstract dell’articolo)
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