Navigando nel vasto mare magnum del web sono approdata alla spiaggia tedesca dell’Hamburger Bahnhof, faro dell’arte contemporanea per la città di Berlino, dove ho visto il cortometraggio Reality 2.0 di Victor Orozco Ramirez. Victor è un artista – esploratore: ha lasciato il Messico (è nato a Guadalajara nel 1974) seguendo la rotta degli studi ed è giunto in Occidente, fermandosi ad Amburgo. Terra diversa, tradizioni diverse, culture diverse: è questo confronto ad essere alla base del lavoro proiettato a Berlino (nell’Hamburger Bahnhof) negli scorsi due mesi e che ha poi viaggiato per festival di cinema internazionali (per la lista completa: http://orozcovictor.com/film/reality-2-0/) .
Attraverso la sua voce narrante l’artista ricorda il suo arrivo in Germania, la scoperta di un mondo che non conosce la guerra dei narcos, ma che – col tempo – dimostra essere contaminato da un’altra forma di violenza che non permette affatto di dimenticare la cronaca messicana. È l’orrore dell’assuefazione alla morte, un voyerismo diffuso, morboso che spinge a cercare forme di crudeltà nel web (YouTube offre notevoli spunti) oppure nel gaming, allontanando la riflessione e gli interrogativi dalla realtà dei fatti. Sempre più velocemente, la violenza e la morte sono proiettate in una dimensione altra (2.0, appunto) che non appartiene alla realtà fisica; in questa proiezione – la virtualità – l’assuefazione prende il sopravvento e crea finti giardini felici in cui “i topi si trasformano in conigli saltellanti” (immagine usata nel film), ma sotto sotto rimangono topi.
Paura, morte, solitudine sono tematiche ricorrenti nelle opere dell’artista. Soprattutto la rappresentazione della morte e della crudeltà che gli derivano, inconsciamente, dalla tradizione messicana. Ma anche dai fatti di cronaca, come la guerra in Iraq.
La tecnica della rotoscopy avvalora il significato del titolo scelto. La rotoscopia è una tecnica di elaborazione grafica delle immagini di video, da cui vengono estratti singoli frame su cui sono apportate modifiche in Photoshop. Dalla realtà ad una sua proiezione in forma (anche) letterale per prendere un equilibrato distacco tra le due e soppesarne il senso: Reality 2.0 mi ha riportato al valore delle immagini, al modo con cui sono utilizzate nell’affrontare le grandi tematiche della vita e anche a pensare alla morte, con grande delicatezza e poesia.
Elena Cappelletti