La nuova creazione di CollettivO CineticO, Benvenuto Umano, unisce l’arte del circo contemporaneo con la danza, il teatro, le arti visive in una ricerca esplorativa dei misteri fuori e dentro al corpo
CollettivO CineticO è una compagnia nata nel 2007 e residente presso il Teatro Comunale di Ferrara. Francesca Pennini, interprete e coreografa dallo sguardo magnetico e vivace, ne cura direzione artistica in collaborazione con il drammaturgo e performer Angelo Pedroni. Sono oltre cinquanta gli artisti coinvolti nel progetto, provenienti dalle discipline più diverse. Trentasette sono le creazioni prodotte, numerosi i premi ricevuti.
Benvenuto Umano è il lavoro conclusivo del progetto C/o, ovvero una “architettura coreografica decennale”, un punto su ciò che è accaduto in dieci anni, ma anche una nuova tappa, la genesi di qualcosa di nuovo nel percorso artistico di CollettivO CineticO. È una ricerca-azione, a metà tra il gioco e l’esercizio di disciplina sulla connessione tra spazio e tempo, tra ciò che è vicino e lontano da noi, tra passato e presente. Ispirandosi agli affreschi del Salone dei Mesi di Palazzo Schifanoia di Ferrara e alla medicina tradizionale cinese, questo processo di contaminazione si converte in una nuova opera di forte impatto artistico. Il progetto ha avuto diversi formati e momenti di elaborazione, dalla performance in web streaming allo spettacolo teatrale che realizza anche un incontro tra spettatore e scena.
Il concept della pièce ha come oggetto-soggetto di riferimento il corpo umano, il benvenuto rappresenta una sorta di attenta curiosità e di rinascita poiché in sostanza nulla si crea, niente si distrugge, ma tutto si trasforma. La regia e la coreografia sono di Francesca Pennini, unica donna in scena con un body painting che simboleggia quasi il cuore del gruppo e la sua sintesi armonica. Con lei ci sono Simone Arganini, Andrea Brunetto, Carmine Parise, Stefano Sardi e Angelo Pedroni. Insieme sono gli interpreti cinetici della comunità a sei – numero che simboleggia il senso della vita comunitaria e dell’equilibrio secondo l’interpretazione della numerologia.
L’interazione con il pubblico si stabilisce a sipario chiuso: una voce femminile, quella di Francesca Pennini, è la guida di un training preparatorio. Usando una tecnica di visualizzazione e chiudendo gli occhi, il cervello viene indotto a lavorare. Esplorare il buio, lasciarsi andare all’ascolto per ampliare la capacità degli spettatori di sentire quel corpo che è il soggetto assoluto e l’oggetto della performance: organismo, anima, sentimento e mistero.
La scena si apre: cinque performer indossano boxer bianchi e maschere di cartone, strumenti di realtà virtuale sugli occhi. Intorno ci sono un computer, due mixer, una strumentazione musicale e gli oggetti che serviranno successivamente alla costruzione del corpus creativo.
Pennini dà il comando: “Riproduci playlist Benvenuto Umano” e inizia a danzare, con gli occhi bendati, per una webcam che ne trasmette l’immagine ai cinque ballerini che seguono i suoi movimenti. Muniti di microschermi nelle mascherine di cartone, loro riproducono in gruppo i gesti come in un videogioco.
Il circo inizia così con un viatico di viaggio, nel racconto di Benvenuto Umano la dea bendata diviene la depositaria della sorte e, dall’alto del suo trapezio, determina i destini di vincitori e vinti. C’è il gioco al riconoscimento tattile dei propri compagni di scena. Momenti ludici con ruote circensi, corde per la sospensione. Un match di lotta libera, chiamato Omus, Sumo al rovescio, tra i meridiani di cuore, polmone, fegato e stomaco con tanto di giudice in voce metallica.
È una partitura drammaturgica che riproduce un moto emozionale, dove l’espressività fisica e la simbologia dei vari momenti rappresentati si bilanciano con la magia di luci, strumenti e musiche. Dove ogni scena è al servizio del corpo. È il suo stato, il suo essere in lotta, vincente o perdente, in sospensione, in movimento, legato o appeso… a colorare e caratterizzare ogni singolo evento: ludico, corale, intimistico, comico e drammatico nel finale.
La sofferenza del corpo: quello di Angelo Pedroni, legato con la tecnica del bondage giapponese che lascia i segni impressi sulla pelle. Sollevato con tiranti che ne bilanciano il peso. In sospensione come in un rituale liturgico con una sorgente luminosa che enfatizza la potenza simbolica della sua sagoma annodata e My body is a cage nella versione degli Arcade Fire in sottofondo, a volume alto. Una sofferenza necessaria per passare a un livello più elevato di percezione e di comprensione. “Il mio corpo è una gabbia, ma la mia mente ha la chiave”.
Gli stimoli iniziali rimangono anch’essi in sospensione come fossero arcani misteri. Tutto ciò che è stato visto e ascoltato è interpretabile e disponibile a nuovi sviluppi poiché il finale non dà una soluzione all’enigma. Unico dato certo è la materialità dell’umano ed è proprio questa complessità la forza drammaturgica di Benvenuto Umano.
Roberto Staglianò
Benvenuto Umano
Concept,Regia,Coreografia: Francesca Pennini
Drammaturgia, AngeloPedroni
Performer: Simone Arganini, Andrea Brunetto, Carmine Parise, Angelo Pedroni, Francesca Pennini, Stefano Sardi
Coproduzione CollettivOCineticO, Fondazione Teatro Comunale di Ferrara, Festival Città delle 100 Scale
In collaborazione con Emilia Romagna Teatro Fondazione, Centrale Fies – art work space,
Progetto Corpi & Visioni – promosso da Comune di Correggio, con il sostegno di MiBACT e Regione Emilia- Romagna Residenze Teatro Asioli (Progetto Corpi & Visioni), SZENE Salzburg, Teatro delle Briciole, L’Arboreto – Teatro Dimora Residenza stabile Fondazione Teatro Comunale di Ferrara
Prossime date:
2-3 dicembre 2017, Sardegna Teatro, Teatro Massimo – Cagliari, www.sardegnateatro.it
6 dicembre2017, Sardegna Teatro, Teatro ELiseo – Nuoro, www.sardegnateatro.it
16 dicembre 2017, Teatro Asioli – Correggio (RE), www.teatroasioli.it