Sculpture as place: il MAM (Musée d’Art Moderne) di Parigi dedica una mostra a Carl Andre, artista americano considerato tra gli iniziatori della Minimal Art
La Minimal Art, di cui Carl Andre è tra i pionieri indiscussi, è una corrente artistica nata negli anni Sessanta contraddistinta da un rigoroso utilizzo della forma geometrica nell’intento di stabilire un rapporto tra pittura, scultura, architettura, spettatore e contesto/ambiente. Fondata sul principio della struttura modulare, che costituisce spesso il fulcro/origine da cui l’artista sviluppa una forma plastica, l’arte minimale si pone in netta contrapposizione con la Pop Art rifiutando ogni implicazione emozionale o espressiva: si tratta di una affermazione post-litteram dell’assunto duchampiano “l’arte per l’arte”.
L’esposizione dedicata a Carl Andre consta di due parti distinte. Il percorso inizia con un’ampia carrellata sugli scritti poetici dei primi anni ’60, frutto di una volontà di destrutturare la sintassi a favore di una ricerca incentrata sul valore semantico e l’effetto visivo risultante dalla posizione occupata da lettere e parole sul foglio. Non si tratta di bozzetti preparatori delle opere plastiche ma – come rimarcato da Delia Solomons, docente di Storia dell’Arte alla Drexel University – di una premessa fondante della sua poetica: ciò che preme ad Carl Andre è esplorare come la posizione occupata dalla parola – e nella produzione successiva dall’opera scultorea – ne influenzi il significato e l’interpretazione. Ed è proprio osservando la trentina di sculture presentate che si può cogliere tale volontà di innescare tramite l’opera un processo di integrazione con lo spazio circostante.
Nell’evoluzione artistica di Carl Andre la connotazione visiva della forma cede rapidamente il passo alla concezione di luoghi che assolvono il duplice ruolo di spazio di lavoro per l’assemblaggio della scultura stessa e il risultante “nuovo” luogo fisico in cui sperimentare la relazione con l’oggetto. Mattoni, blocchi di legno, piastre di metallo sono i materiali di origine industriale e artigianale a partire dai quali Andre struttura, secondo un criterio sequenziale basato sull’utilizzo ripetuto di un’unità geometrica elementare, l’idea della scultura come luogo. Fino a farne dei veri e propri cammini (46 Roaring Forties) sui quali il visitatore può camminare vivendo un’esperienza cognitiva e sensoriale differente a seconda del contesto in cui l’opera – rimodulabile e ricostruibile come molte altre di Carl Andre per sua esplicita volontà – viene installata.
A dispetto dell’astrazione da spiritualità e trascendenza – Andre è dichiaratamente ateo – il lavoro suscita interrogativi nel fruitore sul ruolo della materia nel creare emozioni e sulla percezione della propria individualità rispetto allo spazio.
Danilo JON SCOTTA
Carl Andre
Sculpture as place, 1958 – 2010*
Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris
fino al 12 febbraio 2017