L’Istituto superiore Aldini Valeriani Sirani di Bologna ha ospitato ¼ Maggiore, l’intervento di Sbagliato per Cheap Street Poster Art Festival.
Sbagliato è un collettivo composto da tre street artist romani, che mettono al centro della loro produzione il linguaggio fotografico. Proprio la città di provenienza ha rivestito un ruolo centrale nello sviluppo del tema portante della loro ricerca artistica, che fonde architettura, grafica e fotografia facendo ricorso agli inganni percettivi propri del trompe l’oeil. Roma è infatti il luogo di raccolta privilegiato del materiale di partenza, ossia singoli elementi architettonici estrapolati dal contesto urbano attraverso la fotografia e ricampionati in nuove composizioni stampate su carta e affisse con il paste up, in un rapporto dialogico con la città che gioca con la citazione senza rimanerne intrappolato.
In ciò, è riscontrabile una particolare predilezione per le porte e, soprattutto, per le finestre: varchi e luoghi di passaggio che si aprono inaspettatamente su muri il più delle volte ciechi, creando una frattura nell’ordine delle architetture preesistenti e generando interferenze nel monotono flusso di informazioni a cui è sottoposto quotidianamente il passante.
In quest’operazione di creazione di “luoghi impossibili” si legge un’azione che, seppure scarna di critiche sociali e di contenuti “urlati”, non si esaurisce nel puro decorativismo: operando una vera e propria mimesi nel contesto urbano, per lo più estremamente discreta, Sbagliato interroga lo spettatore stravolgendo la sua percezione dello spazio, utilizzando un supporto effimero, suggestivo e passibile di essere messo in discussione, perchè rimovibile.
In occasione di Cheap Street Poster Art Festival, Sbagliato è intervenuto su una delle facciate esterne dell’Istituto superiore Aldini Valeriani Sirani, visibile da via dell’Arcoveggio. L’opera occupa una superficie totale di 14×8 metri, suddivisa in due porzioni di muro esattamente identiche separate da un inserto in mattoncino.
Qui, sfruttando con abilità l’architettura preesistente, il collettivo ha installato una monumentale riproduzione parziale di Porta Maggiore, una delle porte nelle mura aureliane di Roma costruita nel 52 d.C. che si trova nel punto in cui convergevano 8 degli 11 acquedotti che portavano l’acqua alla città.