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A Berlino una mostra su Feltrinelli, alla ricerca della memoria

Marco Poloni, artista il cui lavoro spazia dal cinema alla fotografia, dal testo all’installazione, presenta, presso la galleria Campagne Première di Berlino, la mostra Codename: Osvaldo. Two Case Studies. L’atmosfera è quella di un romanzo “noir”, dove tutto è detto ma la realtà è così complessa da risultare alla fine incomprensibile.

MARCO POLONI CODENAME : OSVALDO. TWO CASE STUDIES, CASE STUDY ONE: THE PISTOL OF MONIKA ERTL, 2013-14 Photo: Henning Moser
MARCO POLONI
CODENAME : OSVALDO. TWO CASE STUDIES,
CASE STUDY ONE: THE PISTOL OF MONIKA ERTL, 2013-14
Photo: Henning Moser. Copyright: Marco Poloni. Courtesy Campagne Première, Berlin

Al centro c’è la personalità di Giangiacomo Feltrinelli – il cui soprannome era Osvaldo – che ruota intorno a una serie di significative figure di un’epoca, fra cui Ernesto “Che” Guevara, rivoluzionario ucciso il 9 ottobre 1967 dall’esercito boliviano, temendo che un processo muovesse risposte politiche radicali. L’ordine, sembra della CIA, era stato quello di sparare sulla parte inferiore del corpo in modo da prefigurare uno scontro in battaglia.

MARCO POLONI CODENAME : OSVALDO. TWO CASE STUDIES, CASE STUDY ONE: THE PISTOL OF MONIKA ERTL, 2013-14 #01 Consulate door (Hamburg police photograph), Munken paper, 40 x 27 cm #02 Consulate (Hamburg police photograph), Munken paper, 30 x 40 cm #03 Consulate (Hamburg police photograph), Munken paper, 40 x 27 cm
MARCO POLONI
CODENAME : OSVALDO. TWO CASE STUDIES,
CASE STUDY ONE: THE PISTOL OF MONIKA ERTL, 2013-14
#01 Consulate door (Hamburg police photograph),
Munken paper, 40 x 27 cm
#02 Consulate (Hamburg police photograph),
Munken paper, 30 x 40 cm
#03 Consulate (Hamburg police photograph),
Munken paper, 40 x 27 cm Copyright: Marco Poloni. Courtesy Campagne Première, Berlin

Quattro anni dopo, una giovane donna, Monika Ertl, entra nel consolato boliviano ad Amburgo dicendo di essere una turista che voleva parlare con il console Quintanilla: durante l’incontro lei spara e lo uccide. Questa è sì la punizione per l’uccisione di Guevara, ma c’è dell’altro. Quintanilla aveva torturato e ucciso il compagno della donna, Guido “Inti” Peredo, aiutante del “Che” e probabile futuro leader. La foto di Quintanilla nudo pubblicata sulla stampa mondiale mostrò poi i segni delle pallottole che disegnavano sul suo petto una V (Victory?).

MARCO POLONI CODENAME : OSVALDO. TWO CASE STUDIES, CASE STUDY ONE: THE PISTOL OF MONIKA ERTL, 2013-14 #10 Leni Riefenstahl and Hans Ertl filming “Olympia”, 1936, Moab paper, 30 x 40 cm
MARCO POLONI
CODENAME : OSVALDO. TWO CASE STUDIES,
CASE STUDY ONE: THE PISTOL OF MONIKA ERTL, 2013-14
#10 Leni Riefenstahl and Hans Ertl filming “Olympia”, 1936, Moab paper, 30 x 40 cm. Copyright: Marco Poloni. Courtesy Campagne Première, Berlin

Ma la realtà è più complessa di ciò che sembra. Monika era la figlia di Hans Ertl, direttore della fotografia di Leni Riefenstahl – regista ufficiale di Adolf Hitler – che divenne poi l’operatore preferito del generale Erwin Rommel. Difficile dubitare che, all’interno di queste scelte professionali di Ertl, non ci fossero anche scelte politiche. Scelte politiche contro cui la figlia Monika si rivolta partecipando alla guerriglia e stabilendo un rapporto personale con il rivoluzionario latino americano. Il padre intanto è diventato un affermato documentarista in Bolivia, paese che Ertl, come molti altri personaggi compromessi col nazismo, aveva scelto per la presenza di un regime dittatoriale di destra. In un ennesimo colpo di scena si rivela però che la rivoltella usata da Monika Ertl era stata comprata dall’editore italiano Giangiacomo Feltrinelli. E questo è il primo Case Study di Marco Poloni.

Nella mostra entra a questo punto Giangiacomo Feltrinelli con la sua complessa personalità. Di famiglia alto borghese ma iscritto al partito comunista, generosamente e appassionatamente favorevole alle rivoluzioni in atto nel mondo, abile editore ma aperto a ogni avventura letteraria che mettesse in crisi l’establishment, dai gruppi dell’avanguardia letteraria alla nascente e turbolenta letteratura latino americana. Era amico di Fidel Castro, che incontrò a Cuba nel 1964.

MARCO POLONI CODENAME : OSVALDO. TWO CASE STUDIES, CASE STUDY ONE: THE PISTOL OF MONIKA ERTL, 2013-14 #25 Giangiacomo Feltrinelli playing ball with Fidel Castro, La Havana, 1964, Moab paper, 40 x 30 cm
MARCO POLONI
CODENAME : OSVALDO. TWO CASE STUDIES,
CASE STUDY ONE: THE PISTOL OF MONIKA ERTL, 2013-14
#25 Giangiacomo Feltrinelli playing ball with Fidel Castro, La Havana, 1964,
Moab paper, 40 x 30 cm Copyright: Marco Poloni. Courtesy Campagne Première, Berlin

Mentre la foto di Che Guevara ucciso e disteso su una barella – ricordando il Cristo morto del Mantegna – si diffonde sui media, la splendida e affascinante foto del “Che” di Alberto Korda con i capelli al vento e un berretto con la stella cinese vende in pochi anni 2 milioni di copie in forma di poster diffondendosi nella cultura “radical” in tutto il mondo. Affascinato dal dandismo innovativo della Swinging London, che cancella i grigi anni ’50, Giangiacomo Feltrinelli si fa invece ritrarre da Ugo Mulas sulla copertina di Vogue Uomo nelle vesti pittoresche di un personaggio tolstoiano.

MARCO POLONI CODENAME : OSVALDO. TWO CASE STUDIES, CASE STUDY ONE: THE PISTOL OF MONIKA ERTL, 2013-14 #24 Giangiacomo Feltrinelli posing for Ugo Mulas for Vogue Uomo, Milan, Moab paper, 40 x 27 cm copyright: Ugo Mullas Heirs
MARCO POLONI
CODENAME : OSVALDO. TWO CASE STUDIES,
CASE STUDY ONE: THE PISTOL OF MONIKA ERTL, 2013-14
#24 Giangiacomo Feltrinelli posing for Ugo Mulas for Vogue Uomo, Milan,
Moab paper, 40 x 27 cm
Copyright: Ugo Mullas Heirs. Courtesy Campagne Première, Berlin

Amante delle vibrazioni che stavano modificando il mondo artistico, si fa poi riprendere in uno dei famosi Screen Tests di Andy Warhol. Contemporaneamente si interessa della Sardegna povera e violenta di Orgosolo, di cui cerca di capire gli eventi, come il tentativo di democrazia autogestita che vive brevemente in quegli anni, tra il 1968 e il 1969. Quello di Orgosolo è il secondo Case Study di Poloni.

Feltrinelli muore qualche anno più tardi a Segrate, nel 1972, in un incidente tuttora misterioso, a causa dell’esplosione di una carica di esplosivo, legato (da chi?) a un traliccio della luce, negli anni del terrorismo in Italia.

MARCO POLONI CODENAME : OSVALDO. TWO CASE STUDIES, CASE STUDY TWO : THE ORGOSOLO LABORATORY PROJECT, 2015 Photo: Henning Moser
MARCO POLONI
CODENAME : OSVALDO. TWO CASE STUDIES,
CASE STUDY TWO : THE ORGOSOLO LABORATORY PROJECT, 2015
Photo: Henning Moser. Copyright: Marco Poloni. Courtesy Campagne Première, Berlin

La forma della mostra è quella dell’ufficio di un detective. Nella galleria tutto è slegato. Rifiutando ogni mediazione formale, gli oggetti sono dispersi come frammenti di un archivio poliziesco in attesa di essere riordinato, di un romanzo che dovrebbe essere scritto, di un materiale giudiziario in attesa d’uso. Video, fotografie, fogli scritti, film in superotto, post-it, scritte sul muro. È insieme una mostra neo-concettuale e una campionatura della storia. Una campionatura fatta come il libro di un entomologo, dove azioni e insetti, forme vegetali e animali, si collocano impassibili una di fianco all’altra, pagina dopo pagina. È una storia recente ma già avvolta nelle ombre, nelle domande che da allora non sono state più risolte. Come in un racconto metafisico di Borges o come in un libro noir di Ellroy.

MARCO POLONI CODENAME : OSVALDO. TWO CASE STUDIES, CASE STUDY TWO : THE ORGOSOLO LABORATORY PROJECT, 2015 Photo: Henning Moser
MARCO POLONI
CODENAME : OSVALDO. TWO CASE STUDIES,
CASE STUDY TWO : THE ORGOSOLO LABORATORY PROJECT, 2015
Photo: Henning Moser. Copyright: Marco Poloni. Courtesy Campagne Première, Berlin

 

Oltre alla figura di Feltrinelli, la mostra ricrea anche l’attivismo delle “controinformazioni” dei movimenti della sinistra dell’epoca, che combattevano le versioni ufficiali cercando di penetrare i misteri istituzionali. E che da subito misero in dubbio l’ipotesi della morte accidentale. E su cui la mostra ritorna rimettendone a fuoco i complessi elementi. Carlo Ginzburg ha parlato di una “storia indiziaria”. Piccoli elementi che si sommano, tracce prima invisibili che appaiono di colpo chiaramente.

Anche Jannis Kounellis, per parlare di strategie dell’indizio nell’arte, lavora sempre su queste tracce. Una giacca perduta fra putrelle di ferro (da chi e come?), dei coltelli che pendono minacciosamente da un supporto (per uccidere chi?). L’arte contemporanea è molto spesso un’arte “indiziaria”, che non crede più alla ricostruzione completa della realtà ma combatte per fissare il valore di un frammento di essa. Marco Poloni sembra pensare e lavorare in questa direzione.

Lorenzo Taiuti

Codename: Osvaldo. Two Case Studies | 28 novembre 2015 – 27 febbraio 2016
GALLERIA Campagne Prémière | Chausseestrasse 116 – BERLINO
www.campagne-premiere.com

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