In questa rubrica sul Cinema 2.0 abbiamo visto le origini e gli ultimissimi sviluppi delle sale cinematografiche, come sono cambiate le modalità di fruizione dei film e il comportamento del pubblico durante la proiezione. Ora vi descriviamo una delle forme più interessanti di Cinema 2.0 riscontrate fino ad ora: il FILM-LIVE, così definito e sperimentato dal regista Mattia Costa. Partiamo dal film Atlante.
Assistiamo alla proiezione di un film: un soldato, ripreso in bianco e nero, si trova in una stanza sporca e distrutta dalla guerra. Lo vediamo sparare a qualcosa che è nascosto alla nostra visuale. Il soldato inizia un suo delirio interiore che lo porta fino al suicidio. La camera segue queste scene in un lungo piano sequenza fino a quando una persona (di cui vediamo solo una mano) afferra un secchio, apre una porta e si ritrova in un corridoio di una normale scuola. Appoggia il secchio davanti a una porta e se ne va, mentre la camera continua a riprendere il corridoio. Il film sembra finito, gli spettatori si alzano e uscendo dalla sala si ritrovano di fronte al secchio. Lo spazio in cui si trovano è lo stesso dell’ultima scena del film, voltano le spalle per lanciare un’occhiata alla proiezione lasciata poco prima e si accorgono di essere a loro volta entrati a far parte del film, che continua ad essere proiettato sullo schermo. Una volta usciti dalla stanza lo stupore e la meraviglia degli spettatori si uniscono alla curiosità di andare a vedere il set improvvisato nella stanza a fianco, dove è stata girata la scena di guerra, per vedere come è stato realizzato. Attori, direttore della fotografia, operatore steadicam, musicista, fonico, voce narrante, scenografi, truccatori e regista sono tutti lì, dietro la camera che continua a riprendere in diretta.
Atlante, girato il 14 aprile 2010, è il primo FILM-LIVE di Mattia Costa girato all’interno dell’Accademia di Belle Arti di Brera.
Questa modalità di ripresa e trasmissione live, come in una diretta televisiva e con la stessa immediatezza di uno spettacolo teatrale, sconvolgono il linguaggio cinematografico rendendolo ancora più un ibrido tra le varie arti. Lo spettatore viene piacevolmente ingannato perché alla fine scopre di essere coinvolto nello stesso film che sta guardando.
Tra gli altri FILM-LIVE realizzati da Costa (fino ad ora sono sei film) ricordiamo 29 settembre girato il 5 e 6 febbraio 2011 a Milano durante il concerto di Paolo Saporiti.
Dietro ai musicisti, un video passa su uno schermo. La protagonista si muove tra diverse stanze nelle quali si svolgono alcuni momenti della sua vita. La camera segue queste vicende spostandosi con lei, in un lunghissimo piano sequenza, fino a quando alcune luci in sala si accendono svelando cosa realmente si cela nel buio retrostante lo schermo e i musicisti: il set e gli attori del video proiettato. Questo è il momento più significativo del FILM-LIVE: lo shock inaspettato che prende lo spettatore quando si accorge che il video era girato nella stanza a fianco e in diretta. Il pubblico a questo punto entra in contatto con il set e ripercorre tutte le stanze che ha visto nel film con gli attori fermi al loro posto, come in una specie di fermo immagine della realtà.
La particolarità dei FILM-LIVE è quindi questa connessione tra spettatori e troupe cinematografica che alla fine del film entrano in contatto.
Anche il luogo ha una sua fondamentale importanza: per la prima volta la sala cinematografica combacia con il set di registrazione. Due luoghi fondamentali nella storia del cinema, sempre distinti tra loro, vivono ora una una di fianco all’altra per poi unirsi nel momento finale del film.
Per vedere gli altri FILM-LIVE e le sue future sperimentazioni vi invito a visitare il sito: www.mattiacosta.it
Marco Pucci