Fondazione Prada, creata nel 1993 come “luogo di analisi del presente attraverso l’ideazione di mostre di arte contemporanea e di progetti di architettura, cinema e filosofia”, aprirà sabato 9 maggio la nuova sede milanese, che andrà ad affiancarsi a quella veneziana, ospitata dal 2011 nel palazzo settecentesco di Ca’ Corner della Regina.
Il nuovo spazio di Largo Isarco, nella zona sud di Milano, è nato in seguito alla trasformazione di una distilleria degli anni Dieci del Novecento ed è stato concepito secondo un’articolata configurazione architettonica che fa interagire sette edifici preesistenti con tre nuove costruzioni, Podium, Cinema e Torre (quest’ultima non è ancora ultimata e sarà aperta in una fase successiva), sviluppandosi su una superficie complessiva di 19.000 metri quadrati.
Il progetto è stato ideato da OMA, studio internazionale di architettura, urbanistica e analisi culturale fondato nel 1975 e guidato da Rem Koolhaas (direttore nel 2014 di Fundamentals, 14.ma Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia), che descrive la configurazione spaziale come varietà di opposizioni – vecchio e nuovo, orizzontale e verticale, ampio e stretto, bianco e nero, aperto e chiuso – rispecchiante una programmazione culturale in continua evoluzione, in cui coesistono diversi linguaggi e discipline.
A Milano sono presentati innanzi tutto tre progetti espositivi che utilizzano la Collezione Prada come strumento di indagine e ricerca. Il primo, An Introduction (9 maggio 2015 – 10 gennaio 2016), collocato nella galleria Sud e in una parte del Deposito, studia curiosità e aspirazioni che hanno contribuito a formare la collezione fino all’apertura della fondazione e riunisce oltre 70 opere: dal territorio artistico degli anni Sessanta (Walter De Maria, Yves Klein, Piero Manzoni, Donald Judd, Barnett Newman, Pino Pascali, Edward Kienholz), passando per uno studiolo di fine XV secolo, per arrivare a una quadreria che include opere di artisti come William N. Copley, Lucio Fontana, Mario Schifano, Jeff Koons, Gerard Richter, Goshka Macuga. Il percorso si conclude con “veicoli d’artista”, realizzati da Elmgreen & Dragset, Carsten Höller & Rosemarie Trockel, Tobias Rehberger, Gianni Piacentino e Sarah Lucas.
Nella galleria Nord è allestita la mostra In Part (9 maggio – 31 ottobre), a cura di Nicholas Cullinan, che riflette sulla tensione tra la parte e l’intero, con incursioni, ad esempio, nell’idea del frammento corporeo nelle sculture di Lucio Fontana e Pino Pascali, nei ritratti deformati di Llyn Foulkes e nelle silhouette incomplete di Yves Klein.
Il terzo progetto, negli spazi della Cisterna, è Trittico (9 maggio 2015 – 10 gennaio 2016), che – a cura del Thought Council (gruppo attualmente composto da Shumon Basar, Nicholas Cullinan e Cédric Libert, a cui si aggiungeranno Elvira Dyangani Ose e Dieter Roelstraete) – prevede la presentazione a rotazione di tre opere della collezione, affini tra loro: si inizia con Case II di Eva Hesse, Lost Love di Damien Hirst e 1 metro cubo di terra di Pino Pascali.
Contribuiscono all’allestimento attuale di Fondazione Prada il progetto Roman Polanski: My Ispirations (22 maggio – 25 luglio), che ripercorre i riferimenti cinematografici del regista, proiettato nello spazio del Cinema, l’opera Battaglia (1948) di Lucio Fontana nel Foyer del Cinema, un fregio in ceramica policroma con vernici fluorescenti, e l’installazione permanente Processo Grottesco (2006-2007) di Thomas Demand. Inoltre la Haunted House, un edificio di quattro piani al centro del complesso, accoglie un’altra installazione permanente di Robert Gober, ricca di suggestioni legate al corpo e all’infanzia, in dialogo con due opere di Louise Bourgeois, Cell (Clothes) e Single III.
Due progetti espositivi uniranno infine le due sedi della fondazione nei prossimi mesi: a Milano, sui due livelli dell’ampia struttura espositiva del Podium, è allestita Serial Classic (9 maggio – 24 agosto), che, a cura di Salvatore Settis e Anna Anguissola, analizza il tema della serialità e della copia dell’arte classica; mentre a Venezia, Portable Classic (9 maggio – 13 settembre), co-curata dallo stesso Settis e Davide Gasparotto, riflette sulla riproduzione in piccola scala della statuaria greco-romana dal Rinascimento al Neoclassicismo.
Ricordiamo che la programmazione di Fondazione Prada è il risultato di un confronto tra i suoi dipartimenti curatoriali, coordinati da Astrid Welter, Mario Mainetti e Alessia Salerno, il Thought Council, i Presidenti Miuccia Prada e Patrizio Bertelli e il Soprintendente artistico e scientifico Germano Celant.
Fondazione Prada
Largo Isarco, 2 | Milano |aperto tutti i giorni h. 10-21
Ca’ Corner della Regina | Santa Croce 2215 | Venezia | aperto tutti i giorni tranne martedì h. 10-18
fondazioneprada.org