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Tori in corsa… sul posto * 1

Se l’Ariete sfida, lotta e conquista il Toro mantiene, nutre e consolida. Abbiamo combattuto per ottenere ciò di cui avevamo bisogno e ora è tempo di dargli una forma e organizzarlo al meglio, ponendo così le basi della nostra sicurezza. Da cavaliere errante a eroe stanziale, il Toro deve costruire su un terreno solido e fertile, garantendo a sé e ai suoi affetti stabilità e continuità. Il Fuoco, impulsivo ed esuberante, lascia il posto alla dolce, calma, calda e accudente energia della Terra e le caratteristiche di pazienza, tenacia, resistenza, affidabilità e pragmatismo tipiche dell’elemento, trionfano nel Toro unendosi a un contatto privilegiato con la Natura, i suoi fiori, i suoi frutti e i suoi cicli…

C’è una sensualità potente nel segno che più di tutti sembra parlarci di una fisicità generosa che sostenta e fa crescere tutto ciò che viene alla luce e che ha bisogno di cura. Se l’Ariete è nascita, il Toro lo associamo alla fase simbiotica e quindi al momento di esclusiva intimità tra madre e figlio. La seconda casa astrologica, simbolicamente legata al Toro, racconta l’esperienza che abbiamo avuto con nostra madre in quello specifico momento della vita, dando informazioni sul tipo di rapporto che in futuro avremo con il nostro corpo, col nutrimento in senso lato e sulla fiducia o meno che avremo nel mondo a seconda che la nostra esperienza sia stata positiva o no. Giove e Venere, archetipi rispettivamente di crescita, espansione, fiducia e nutrimento il primo e di affettività, relazione, armonia e scelta il secondo, abitano beatamente il segno del Toro. Se la fase simbiotica è andata bene, avremo l’idea che il mondo/mamma sia un territorio gratificante, “goloso” e sicuro in cui avventurarci. Al contrario, ci si porterà dietro la sensazione che là fuori non ci si possa fidare di nulla e che dalle relazioni non si possa mai ricevere un reale benessere. Il tipo di attaccamento alla vita sperimentato nei primi mesi, condiziona il modo in cui ci ancoriamo ad essa anche da adulti e il Toro, sinché non si realizza, può avere più di tutti difficoltà a disarcionarsi da quelle che scambia per vere sicurezze e che in realtà lo sono solo in superficie. Avidità e possesso vengono spesso scambiate per amore e quello della “proprietà privata”, l’unico modo per salvaguardare i propri affetti.

C’è una grande insicurezza e una scarsissima fiducia in sé nel lato ombra del Toro, che tanto è protettivo e nutrente da una parte, tanto rischia di soffocare chi gli sta intorno impedendo agli altri e a sé stesso l’esplorazione di ciò che sta al di là del verde e assolato giardino di casa. Il Toro, Grande Madre dello zodiaco, non vorrebbe mai che i figli si allontanassero e il mito di Demetra, dea della terra e archetipo di maternità ci aiuta a comprendere l’essenza del segno quando, sconvolta per il rapimento di sua figlia Persefone da parte di Ade, dio degli Inferi, abbandona drasticamente il suo compito di regolatrice dei cicli naturali minacciando la fine del mondo. Il viaggio di Persefone nel buio mondo dei morti, che farà conoscere alla fanciulla tutto ciò da cui si vorrebbe preservare un figlio, non è altro che la scoperta delle ombre, delle paure e dei rimossi che risiedono nell’inconscio in quatto silenzio…

Il nativo del Toro, se vorrà tornare come Demetra a godere e ad armonizzare le semplici e luminose bellezze della vita, dovrà avventurarsi oltre la siepe alla ricerca di Persefone, accettando il cambiamento e scoprendo che se si è dato amore, l’amore ci tornerà sempre indietro, proprio come la sposa di Ade che passò infine la sua vita sei mesi sotto terra accanto al fascinoso marito e sei mesi “in superficie”, accanto alla sua Grande Madre…

Viola Lilith Russi

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