La rivista nel 2022 è stata trasformata in archivio di contenuti.

Il gamelan silenzioso di Tomoko Sauvage


Il “silenzio assoluto” non esiste, è solo un’illusione. Molti rimangono ancora sconvolti da questa affermazione, ma quando John Cage si trovò all’interno della camera anecoica dell’università di Harvard, arrivò a constatare questa scioccante conclusione. Entrò nella stanza pensando di poter udire il “silenzio assoluto”, invece riuscì a sentire solamente due rumori continui: uno acuto e l’altro più grave. Così un ingegnere gli spiegò che aveva ascoltato il proprio apparato cardiocircolatorio e nervoso. Il nostro corpo è composto per il 70% di acqua, che scorre impetuosa nelle nostre vene senza mai fermarsi. Noi siamo acqua e veniamo da essa nell’utero materno, per questo motivo l’acqua esercita su di noi un particolare potere emotivo. Perciò, anche se per molti è una fase senza importanza, il nostro periodo prenatale è uno dei momenti più importanti della nostra esistenza. All’interno dell’utero materno noi abbiamo il nostro primo approccio con le emozioni e l’acqua è il primo mezzo con il quale riusciamo a farlo tramite i suoni del mondo esterno.

Tomoko Sauvage, performance, Raum, Bologna, 2014
Tomoko Sauvage, performance per ciotole di porcellana, acqua e idrofoni, Raum, Bologna, 2014. Photo Alessandra Bincoletto

Tomoko Sauvage con la sua Performance per ciotole di porcellana, acqua e idrofoni, presentata giovedì 4 dicembre da Xing e Sant’Andrea degli amplificatori al Raum di Bologna (e il giorno successivo a O’ di Milano) , si basa su due grandi elementi estetici: l’acqua e i suoi contenitori. In musicoterapia gli strumenti con la cassa di risonanza, vengono catalogati come strumenti femminili, perchè associati alla conformazione dell’utero materno e la performance di Tomoko richiama in modo diretto questa simbologia inconscia.

Tomoko Sauvage, performance, Raum, Bologna, 2014
Tomoko Sauvage, performance per ciotole di porcellana, acqua e idrofoni, Raum, Bologna, 2014. Photo Alessandra Bincoletto

Sopra ogni contenitore l’artista ha posizionato un bicchiere di plastica appeso e bucato nel fondo favorendo la fuoriuscita regolare di gocce nell’acqua delle bacinelle sottostanti. Il suono prodotto da queste gocce è continuo e regolare e fa da bordone durante tutta la composizione, variando di tonalità in base alla dimensione della bacinella. La parte melodica e polifonica che arricchisce il singolo suono “cardiaco” delle gocce, è prodotta da Tomoko attraverso il movimento delle mani nell’acqua: onde, schizzi oppure spostamenti d’acqua da un recipiente all’atro. Un semplice sasso inserito nella bacinella di porcellana è come se creasse uno squarcio nella stanza, come se rompesse l’acqua in tanti pezzettini. Mentre una semplice carezza del bordo della porcellana, produce un sibilo continuo e perforante. Tutti i suoni sono controllati attraverso i comandi del mixer e arrichiti con delay, distorsioni, filtri ed FX (effetti). Infine, nella parte conclusiva campiona una sezione e la fa partire in loop, operando ulteriormente in tempo reale sul materiale registrato.

Tomoko Sauvage, performance, Raum, Bologna, 2014
Tomoko Sauvage,performance per ciotole di porcellana, acqua e idrofoni, 2014. Photo Alessandra Bincoletto

La prima cosa che ho pensato ascoltando i suoni prodotti dalla performance di Tomoko è stata al “gamelan giavanese“: un’affascinate orchestra formata da idiofoni, molto diffusa in Indonesia, in cui la ciclicità e le molteplici sonorità prodotte dagli strumenti percossi, sono le uniche prerogative estetiche fondanti. Ma questo collegamento estetico non è stato l’unico elemento emerso perchè ho pensato anche a Cage nella camera anecoica. Ho pensato all’acqua che ogni giorno percorre dentro di noi infiniti cicli da quando il nostro cuore ha iniziato a battere e alla straordinaria influenza che esercita sulla nostra psiche. Ho quindi immaginato che la performance di Tomoko Sauvage fosse come un tributo a questo elemento che più di ogni altro accomuna la nostra esistenza. Un “gamelan silenzioso”, che attraverso una percussione ciclica celebra la maternità e quindi la vita. Il lavoro di Tomoko è in conclusione una composizione di suoni comuni a ogniuno di noi, in particolare al nostro “silenzio” che da sempre accompagna la nostra esistenza, anche in questo momento.

Sara Cucchiarini

http://tomokosauvage.bandcamp.com/

 

 

share

Related posts