““Ludens” o “faber”? Pascali ha fatto la scelta giusta. Gioca, ma non nel senso di Schiller né di Huitzinga: gioca perché il gioco degli adulti seri, il gioco della società dei consumi, gli fa pena e rabbia. E oltre un certo limite il gioco diventa insopportabile: quando il ragazzo si scatena e si mette a sforbiciare il tappeto del salotto per farsi un mantello da pellirossa: il nemico della società degli adulti non è il bambino, è il ragazzo nell’età ingrata, che non crede più al gioco e non può fare a meno di giocare. Ragazzo terribile, Pascali gioca per dispetto e scaccia la vergogna esagerando… (…)
(…) Ebbene, nella fiera dei consumi, il ragazzo terribile comincia col divertirsi e finisce con l’irritarsi: e per dispetto inventa l’antinvenzione, l’invenzione “boomerang” che torna al punto di partenza, il ponte di lana di acciaio, il bruco di spazzole . ”
Palma Bucarelli
(Dalla presentazione scritta per Pino Pascali, recentemente scomparso, pubblicata nel catalogo della Biennale di Venezia 1968)
Articolo pubblicato su D’ARS n. 41-42 anno IX . giugno/ottobre 1968, pag. 150-151.
A cura di Cristina Trivellin