La galleria berlinese KOW ha inaugurato il suo programma annuale dal titolo One Year of Filmmakers con le due mostre di Barbara Hammer e Tobias Zielony, visitabili fino al 14 febbraio. Con l´intento di approfondire l´utilizzo del film come pratica che fonda, completa o arricchisce una determinata ricerca artistica, il taglio di tutte le esposizioni del 2015 sarà fortemente spostato su questa dimensione espressiva.
Pioniera del cinema queer, Hammer (nata a Los Angeles nel 1939) ha attraversato con un´intensa produzione sperimentale cinque decenni di battaglie femministe e di affermazione dell’identità lesbica. La selezione presentata qui con Have a crush raccoglie opere degli anni Ottanta, in piena era reganiana, tra cui le fotografie di alcune performance, una nutrita serie di collage e il corto Tourist. Questo lavoro sullo spazio e sul corpo femminile mette in discussione la prospettiva eterosessuale maschile e dominante. Come in Maya Deren e Hannah Höch, due artiste d´avanguardia che hanno profondamente influenzato il suo percorso di ricerca, il corpo è ibrido, inquieto, luogo di scritture convenzionali, emotive, rivoluzionarie, è il prodotto di uno sguardo che ha implicazioni, al contempo, intime e politiche. Un desiderio in cerca della propria dimensione, scaturito da interrogazioni e conflitti, funziona come motore primo di queste sequenze dal carattere surreale.
Al piano inferiore della galleria, invece, la visita continua con Dream Lovers. The Films 2008 – 2014 di Zielony, artista che parteciperà alla mostra curata da Florian Ebner per il Padiglione tedesco della prossima Biennale di Venezia. Qui ritroviamo i soggetti dei suoi documentari fotografici, non tanto in versione backstage quanto piuttosto in un´estensione del percorso tra realtà e finzione, tra autenticità e messa in scena, che costituisce un elemento fondante della sua poetica. La temporalità filmica diventa uno strumento per esplorare le contraddizioni dello spazio che si traduce in un flusso liminare, quasi spettrale. Tutto ciò emerge, per esempio, nella foto animazione Le Vele di Scampia (2009) realizzata a Napoli servendosi di 7000 immagini singole.
Per l’occasione viene presentato anche il suo ultimo corto, finora inedito, dal titolo Kalandia Kostum Kar Kommandos che utilizza per la prima volta elementi di fiction. Girato durante il suo soggiorno a Ramallah, nell’ambito di un progetto di residenza artistica del Goethe Institut, nasce come omaggio a Kenneth Anger ed è ambientato vicino al checkpoint tra Israele e Palestina dove si riunisce anche un gruppo locale di collezionisti di vecchi maggioloni.
Sempre di questo periodo è il video Al-Akrab che rende omaggio alla scena di apertura de L’Age d´Or di Luis Buñuel mostrando quattro giovani ragazze palestinesi che tentano di far rivivere uno scorpione. L’opera fa parte di un progetto collettivo a cura di M+M nel quale i sei episodi di questo film storico vengono ripresi da altrettanti artisti (tra cui John Bock e Keren Cytter) creando una sorta di remake alla seconda, incentrato su libere associazioni, automatismi e processi di straniamento
Clara Carpanini